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Regione Puglia
Questa regione, popolata in origine da genti
sia illiriche che greche (fondazione di
Taranto), comprendeva anticamente il territorio
dell'attuale Puglia, l'Apulia e la Calabria.
I Romani, che invasero la regione nel corso
delle guerre contro i Sanniti e contro Pirro
(sec. IV-III a.C.), vi fondarono diverse
colonie, come Luceria (Lucera), Venusia (Venosa)
e Brundisium (Brindisi).
Nonostante le diverse rivolte delle popolazioni
locali, la regione fu integrata, nel
riordinamento augusteo, nella II regione, detta
Apulia e Calabria. Economicamente florida, sia
per l'agricoltura che per i commerci, grazie
soprattutto alla sua posizione strategica tra
l'Oriente e Roma, a cui la regione era collegata
dalla Via Appia, la Puglia godette in epoca
romana di una grande importanza.
Con la diffusione del cristianesimo, tra il III
e il IV secolo, in Puglia vennero fondate
diverse diocesi, divenute presto dipendenti da
Costantinopoli. Nonostante le invasioni
barbariche del V secolo, però, il governo
bizantino non fu intaccato e non venne alterata
l'opera di fiscalizzazione pesante iniziata
dall'Impero d'Oriente.
Tra il VII e il IX sec., però, la regione fu
attaccata da Longobardi, Franchi (Lucera, 802) e
Saraceni, che, gradualmente, occuparono le
località principali della regione, lasciando a
Bisanzio solo il Salento (con Otranto e
Gallipoli).
I Longobardi occuparono il Gargano, Canosa e poi
Brindisi (633), Taranto, Bari etc., mentre i
Saraceni, che avevano iniziato col colpire le
coste, verso metà del IX secolo, iniziarono a
sostituirsi ai Longobardi, finché quasi tutta la
regione si ritrovò unificata sotto uno stesso
potere.
Solo Bari, che diventò sede di un emirato,
destreggiandosi fra Greci, Longobardi, Franchi,
Saraceni e a volte con l'aiuto dei Veneziani
(1002), riuscì a mantenere una certa autonomia.
Nel IX sec., invece, con la ripresa dell'Impero
d'Oriente, Bari, Taranto e gli altri porti
tornarono bizantini, e, la regione si risollevò.
Lecce divenne un importante centro culturale e
religioso, ed aumentarono i traffici con
l'Oriente bizantino e musulmano.
Ma presto le città maturarono, evolvendosi in
comuni autonomi, e si organizzarono contro
Bisanzio. Il nobile Melo di Bari divenne il capo
delle rivolte e, grazie all'alleanza con Enrico
II, tenne testa ai Bizantini, dal 1009 al 1016,
appoggiandosi alle città di Trani, Bitetto,
Bitonto e Bari.
Nella seconda fase dell'insurrezione
(1017-1018), Melo si servì anche di mercenari
normanni, e, per alcuni anni, la regione fu in
preda a lotte intestine.
Il periodo dei tumulti si concluse dopo la
clamorosa sconfitta di papa Leone IX a Civitate
(1053), e con la vittoria degli Altavilla. Così
Roberto il Guiscardo, nel 1059, diventò duca di
Puglia e di Calabria e, nel 1071, conquistò Bari
e Brindisi realizzando l'unificazione
territoriale della regione. Dall'XI sec., gli
Altavilla ebbero il riconoscimento
dell'imperatore Enrico III e del papa Leone IX.
La storia della regione si confonde allora con
quella generale del Regno di Sicilia e Puglia,
costituitosi nel 1130, e fu testimone di un
importante progresso materiale e culturale, con
il miglioramento dell'istruzione, la costruzione
di porti, cattedrali (es. Bitonto), fortezze e
cinte murarie urbane.
La Puglia subì un ulteriore sviluppo civile
sotto Guglielmo II che, tenendo buoni rapporti
con Venezia, agevolò i mercanti pugliesi e con
Federico II.
Dal 1264 al 1435 (morte di Giovanna II), la
Puglia sentì la dominazione angioina, subendo,
come le altre province conquistate, un pesante
contraccolpo. I principali mali che afflissero
il paese furono il dilagare dell'anarchia e una
sensibile diminuzione dei commerci. Poiché,
anche se gli Angioini riuscirono a mantenere il
controllo della via di Bisanzio, i commerci
furono pian piano monopolizzati da mercanti
stranieri, e la repubblica di Venezia, che già
nel XII sec. aveva messo piede in Puglia,
divenne sempre più attiva nella regione sia con
appalti di dogane e privilegi sia
finanziariamente.
Ancora di più sotto gli Aragonesi (1442-1503),
si aggravò il processo di feudalizzazione della
regione, e si manifestarono i fenomeni del
latifondismo, del disordine giudiziario e
amministrativo, e della perdita della sicurezza
privata. Otranto, Trani e il principato di
Taranto costituirono delle formazioni
indipendenti dalla Corona, con l'apporto di
alcune potenti famiglie feudali (i Caldora, i
Caracciolo di Martina, i Brienne, gli Orsini di
Gravina e Solofra, i Pignatelli e altre).
Qualche miglioramento si ebbe con il re
Ferdinando I (1458-1494), ma la regione subì
comunque nuove scorrerie dei Turchi e pesanti
ripercussioni della guerra di Ferrara, e Bari,
dal 1464, divenne possedimento della famiglia
Sforza.
L'occupazione francese (1495), quella veneziana
e quella franco spagnola (1501), inoltre,
causarono forti conflitti interni alla regione
(la disfida di Barletta, la battaglia di
Cerignola (1503)). Solo con la pace di Cambrai o
delle Due dame (1529) i Francesi ed i veneziani
abbandonarono la regione e durante la
dominazione spagnola la regione non subì gravi
attacchi esterni, ma si aggravarono le
condizioni interne, poiché molti porti vennero
abbandonati o insabbiati, come Brindisi, alcune
coste si impaludarono, l'agricoltura regredì ed
i commerci diminuirono sensibilmente.
Fu la dominazione borbonica del XVIII secolo, ad
apportare finalmente qualche miglioramento, con
la costruzione di strade, porti etc.., e le
riforme del periodo napoleonico (1806-1815), in
particolare l'abolizione della feudalità, la
ristrutturazione dei latifondi e delle terre
pubbliche e diversi miglioramenti in campo
giudiziario.
Durante la Restaurazione, però, il governo
borbonico non seppe reagire efficacemente al
brigantaggio, ne derivò un intensa attività
settaria (massoni, carbonari ), che sfociò nel
moto del 1820 e, dopo la diffusione della
"Giovine Italia", nei moti del 1848.
Con la caduta dei Borboni la Puglia fu annessa
al regno d'Italia (1860) e fu divisa nelle
province di Bari, Foggia e Lecce, corrispondenti
alle antiche denominazioni storiche di Terra di
Bari, Capitanata e Terra d'Otranto. A queste si
sono aggiunte, più tardi, anche Taranto e
Brindisi.
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