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Dialetto Regione Friuli Venezia Giulia
Regione nata dall'insediamento della
popolazione carna all'interno di due gruppi
veneti, il Friuli ha mantenuto questa
connotazione anche nella sua lingua. I carni
influenzarono infatti il latino locale creando
una specifica latinità friulana, che nel passato
si estendeva fino a tutta la provincia di
Trieste.
Nonostante la convivenza delle due lingue, il
latino e il carno, nell'attuale dialetto
friulano i termini sono ancora ben distinti e
non ci sono stati molti casi di fusione tra i
due idiomi. In friulano infatti parole come
"duro", che in lombardo diviene "dür", resta "dur",
o "ladro", in emiliano "läder", in friulano è
"lari".
L'impronta latina del friulano arrivò infatti
dal nord, dalla Gallia, quindi si ebbe
un'influenza raffinata di pronuncia gallica, in
cui, ad esempio, la "s" finale era pronunciata
chiaramente. Per questo in friulano abbiamo
parole il cui plurale diviene "murs", "cians" e
"nios", rispetto al singolare "mur", "cian" e "niof",
nel rispetto delle influenze galliche e
contrariamente a quelle italiane che hanno
portato a "muri" per muro, "cani" per "can" e
"novi" per "novo".
Per quel che riguarda i gruppi vocali
accompagnati alla consonante "l", mentre in
Emilia, Lombardia e Veneto, si ha una soluzione
palatizzata, in friulano la "l" resta intatta,
come "clama" per "chiama", rispetto al veneto "ciama";
"glesie" per "chiesa", rispetto al veneto "cesa".
Un altro elemento chiaramente gallico è il
passaggio del suono "ca" a quello "cia", e di "ga"
in "gia", come per "ciase" al posto di case; "gial"
per "gallo". Variazione di origine incerta è
invece quella che ha portato il friulano a
dittongare vocali in italiano singole, come per
"biel" al posto di "bello", dove il suono "e" è
sostituito da quello "ie"; oppure per "tiare", "pierdi",
"ues" e "puarte", che stanno per l'italiano
terra, perdere, osso e porta, ed il veneto "tera",
"perdar", "oso" e "porta".
Analogamente in friulano si riducono a parole
monosillabiche, parole in veneto bisillabiche,
come "ros" per "rosso" e "foc" per "fogo".
La separazione tra Veneto e Friuli risulta anche
in alcuni elementi lessicali, come per il
friulano "cialà" e il veneto "vardar" (in
italiano guardare); il friulano "ciaf" e il
veneto "testa" (testa); "ont" contro "butiro"
(burro); "uarzine" contro "varsor" (aratro); "sedòn"
contro "guciaro" (cucchiaio); etc.
Vi sono poi vocaboli unicamente friulani, come "frut",
bambino; "soreli" per sole, dal francese
"soleil"; "madrac" per serpe, forse da una
parola di origine celta; "kai" per lumaca; "ciarneli"
per fronte; "razze" per anatra, "tamisiu" per
vaglio o "balteu" per covone.
Le differenze interne al friulano sono comunque
numerose e vi è una grande differenza tra i
dialetti di montagna, che si manifestano più
chiaramente nelle terminazioni delle parole,
come per esempio la parola donna che diviene "femena",
"femene" o "femeno".
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