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Regione Lombardia
L'area dialettale lombarda si estende oltre le
frontiere della regione, espandendosi, ad
oriente, fin dentro i confini del Piemonte, a
nord fino in Svizzera, nel Canton Ticino, e ad
occidente fino in Trentino.
Essendo quello lombardo il tipico dialetto
gallo-italiaco, è difficile stabilire nettamente
le distinzioni con gli altri dialetti dello
stesso ceppo (dialetti ligure, piemontese ed
emiliano), tanto che secondo alcuni linguisti il
lombardo potrebbe derivare dal "leoponzio" e non
dal gallo. Il lombardo ha inoltre subito forti
influenze e la funzione accentratrice di Milano,
città che fin dall'antichità ha raccolto in sé
caratteri linguistici provenienti dalle altre
regioni italiane, ha mitigato le peculiarità di
questa lingua.
Precocemente conquistata dai romani, inoltre, la
Lombardia fu presto attraversata da importanti
vie commerciali e subì quindi influenze molto
varie, tanto che si tende a vederne i caratteri
distintivi nelle parole più vicine al ceppo
gallo-italiaco. Questi caratteri sono:
- la caduta delle vocali finali (eccetto la
"-a"): come in "òm", per uomo; "füm", per fumo;
"nef" per neve; etc.
- la pronuncia della "u" latina in "ü";
- la scomparsa delle consonati doppie: "rota"
per rotTa;
- la scomparsa delle consonanti occlusive, come
"coa" per coDa;
- la particolare pronuncia della lettera "n" tra
due vocali o in fine di parola;
- il cambio della vocale "e" in "i", in alcuni
casi: come "quist" per questo; "avì" per avete;
ect.
Nei gruppi con le lettere "cl" (o ch) e "gl" (o
gh), invece, il lombardo si assimila al
piemontese e all'emiliano, facendo si che
"chiama" divenga "ciama" e "ghianda" "gianda".
L'ambito in cui il lombardo si distingue
maggiormente dall'emiliano e dal ligure, è
sicuramente il lessico, abbastanza ricco di
termini peculiari, come "prestiné" che vuol dire
fornaio; "burlà", cascare; "sciat" rospo, etc.
Bisogna sottolineare, infine, che il dialetto
bergamasco, si distingue dalle altre varietà
lombarde, e mantiene una sua propria
specificità.
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