Italia
Regioni
Storia
Regione Emilia Romagna
Questa regione, abitata fin dall'antichità,
ottenne una vera e propria organizzazione
politica verso la fine del VI secolo, con
l'espansione etrusca sulle rive del Po.
Importantissima per i suoi porti (Spina, Adria,
Ravenna e Rimini), la regione vide fiorire molti
centri urbani commerciali lungo la linea della
Via Emilia, come Cesena, Modena, Parma, Piacenza
e, sulle colline dell'alto corso del Reno, Misa
(oggi Marzabotto).
All'inizio del IV sec. a.C., l'invasione celtica
minò la prosperità della regione, e nel III
a.C., i Romani la acquisirono e la ordinarono in
provincia insieme alla Liguria. In questo nuovo
ordinamento, la regione ebbe un incredibile
sviluppo; divenuta punto centrale dell'Italia di
allora, fu anche teatro di grandi scontri
militari: il passaggio del Rubicone da parte di
Cesare, la guerra di Modena, la stipulazione del
secondo triumvirato.
Augusto ne fece la sua VIII regione, col nome
appunto di Emilia, con i suoi importanti centri
urbani come Forum Livii (Forlì), Forum Cornelii
(Imola), Faventia (Faenza), Bononia(Bologna),
Mutina (Modena), Regium (Reggio), Parma, etc...
Nel V sec. d.C., Onorio trasportò la capitale a
Ravenna (402), e la parte orientale dell'Emilia,
che prese poi il nome di Romania (Romagna),
divenne il centro politico dell'Impero
d'Occidente, ormai giunto al suo declino.
Ravenna fu anche capitale dei Goti, sede
dell'esarcato Bizantino. Con l'invasione
longobarda (568), la regione fu divisa in due;
da una parte Modena, Parma, Piacenza e Reggio,
ducati longobardi, e dall'altra, da Ravenna a
Bologna, città bizantine.
Con i re carolingi (754-774) la regione fu messa
sotto la giurisdizione papale, ed i ducati
longobardi passarono dal governo dei conti a
quello dei vescovi-conti (IX e X sec.), fino a
passare definitivamente nelle mani della Chiesa,
verso la fine dell'XI secolo.
Nel periodo dei comuni, Bologna, Piacenza,
Modena e Reggio ebbero un notevole sviluppo
dovuto certamente alla presenza di grosse
correnti di traffico commerciale, ma presto si
distrussero vicendevolmente in lotte e rivalità;
in particolare, in seguito alla discesa di
Federico Barbarossa, alcuni aderirono alla Lega
Lombarda (1167), e altri sostennero l'Impero.
Il governo pontificio tentò di affermarsi con il
cardinale Albornoz (1353-1367) e in modo più
efficace con Cesare Borgia, fatto duca di
Romagna nel 1501; morto papa Alessandro VI
(1503), però le mire veneziane sulla Romagna
furono neutralizzate dai papi successivi.
Durante le guerre del XVI sec. la valle del Po
fu il punto nevralgico della politica italiana,
divisa com'era tra Stato pontificio, Impero e
signorie Estensi.
Durante i conflitti europei dei secc. XVII e
XVIII, i vari Stati subirono diverse invasioni,
e nel 1731, dopo l'estinzione della famiglia
Farnese (subentrata a quella Estense), a Parma e
Piacenza subentrarono i Borboni.
Nel 1797, dopo la pace di Campoformio, l'Emilia
(salvo Parma lasciata ai Borboni) e la Romagna
entrarono nella Repubblica Cisalpina, che nel
1802 diventò Repubblica Italiana, fino al 1805,
quando Parma e Piacenza furono annesse alla
Francia e il resto entrò nel Regno Italico.
Il congresso di Vienna restaurò gli equilibri di
potere e il dominio temporale della Chiesa, e la
partecipazione degli emiliani ai moti
risorgimentali fu estremamente intensa,
attraverso congiure e operazioni militari.
Fallito il tentativo di unirsi al Piemonte nel
1848, la fusione tra Emilia-Romagna e Regno
d'Italia avvenne tra il 1859 e il 1860.
|